Una Natura alla portata di tutti. Il caso del Cervo della Mesola.
- Riccardo Gennari
- 3 gen 2019
- Tempo di lettura: 2 min

Qualcuno (su Facebook parecchi...) avrà visto queste buffe foto che mi son fatto, a mò di selfie con Barto, il cervo-star del Bosco della Mesola.
Barto è simpaticissimo e ispira sentimenti di affetto perchè è diventato come un...cagnolino nei confronti degli esseri umani. Si avvicina di sua spontanea volontà fin da quando era giovanissimo (ormai 12 anni orsono) e accetta perfino cibo e carezze senza alcun tipo di timore.
Confesso che questo contatto è davvero irresistibile ma bisogna anche precisare che questo è avvenuto con la supervisione dei Carabinieri Forestali (ex Guardie Forestali) che sovrintendono il controllo e la protezione del Bosco della Mesola, anche dal punto di vista etico e ecosostenibile.
La verità è che normalmente non è corretto interagire in questo modo con la fauna selvatica per vari motivi. Ad esempio, facendo perdere agli animali selvatici la loro rusticità, l'adattamento alla ricerca del cibo e il naturale timore verso potenziali pericoli, quali i predatori, tra cui l'uomo, li espongono a seri rischi per la salute e l'incolumità e quindi per la loro stessa sopravvivenza.

La situazione del Cervo della Mesola è, se si vuole, ancor più delicata data la sua rarità poichè sopravvive in numero discreto solo nel Bosco della Mesola (Fe) e in poche altre zone gelosamente custodite dai Carabinieri Forestali ed altre istituzioni. Questo poichè il Cervo della Mesola è l'unico "vero cervo italiano" che presenta cioè le caratteristiche genetiche di una sottospecie evoluta nella nostra penisola e che possiede caratteri molto differenti dal Cervo nobile europeo, molto più comune e diffuso su tutto il territorio italiano.
Di fatto quindi si stanno attuando strategie per tutelarlo e per incrementare il suo numero ma ci sono molte difficoltà e controindicazioni tra cui la scelta di preferire una alimentazione offerta dall'uomo, data la scarsità di cibo nutriente all'interno dei ca 1200 ettari della Riserva Naturale del Gran Bosco della Mesola, la mancanza di predatori naturali che innescano la selezione naturale, la confidenza (in genere, oltre a quella di Barto) con gli esseri umani, come ad esempio i turisti che frequentano il Bosco.
Insomma, i circa 300 cervi della Mesola stanno bene ma il loro futuro è incerto, anche perchè, se venissero liberati in natura potrebbero incontrare molte difficoltà di sopravvivenza, tra cui l'ibridazione con il Cervo nobile perdendo quindi la purezza genetica.
Quindi la morale che Nonsolobirdwatching vuole offrirvi è che è giusto e bello andare a osservare la natura e conoscere le sue curiosità ma è sempre bene informarsi di come "funziona" o come dovrebbe essere senza l'interferenza umana, senza trasfigurare la sua immagine secondo i canoni umani, in pratica, senza "umanizzarla" e affidandosi ad esperti il più possibile.
Barto è un caso eccezionale perchè, data la sua...insistenza a interagire con l'uomo e considerandolo come "caso limite e tollerabile" a un contesto di semilibertà come è la sua vita all'interno del Bosco della Mesola, ci ha permesso di conoscere meglio la natura, grazie anche a...Nonsolobirdwatching.
Dalla primavera sono previste escursioni particolari al Bosco della Mesola con NSBW, state in ascolto!
Comments